Le neoplasie del colon-retto rappresentano oggi la seconda neoplasia per incidenza in Italia in entrambi i sessi, con circa 40.000 nuovi casi ogni anno in Italia.
Il cancro del colon-retto è una neoplasia dell’età adulta: solo il 4% insorge sotto i 40 anni mentre il rischio di ammalarsi aumenta bruscamente dopo i 50-55 anni ed ha un picco oltre i 60 anni. La distribuzione tra i due sessi è pressoché identica
Lo stile di vita sicuramente contribuisce allo sviluppo di questo tumore che tipicamente è una neoplasia dei paesi “occidentali”, ove sono comuni diete ad alto contenuto caloriche, ricche di grassi, con scarso contenuto di fibre vegetali, in soggetti spesso con scarsa attività fisica.
Il cancro del colon-retto è una malattia multifattoriale ad etiologia complessa nella quale sono coinvolti fattori dietetici ed ambientali e in cui un ruolo rilevante è svolto da fattori genetici-familiari presenti in circa il 15-30% dei casi.
Tuttavia, la maggior parte delle neoplasie colorettali sono classificate come “forme sporadiche” e rappresentano circa il 75% dei casi complessivi mentre approssimativamente il 5% di tutti i cancri colo-rettali si verifica nel contesto di una sindrome ereditaria.
Inoltre vi sono delle famiglie in cui vi sono dei “cluster” di cancro colo-rettale, ovvero vi è un’incidenza maggiore rispetto a quella prevista, senza evidenza di sindromi ereditarie. E’ questo il cosiddetto “cancro colorettale familiare”, ovvero i casi con due o più familiari di primo grado con cancro del colon-retto. Si ritiene che queste siano responsabili di circa il 20% di tutti i cancri del colon-retto nel mondo.
I soggetti con un familiare di primo grado con una diagnosi di cancro sopra i 50 anni hanno un rischio di sviluppare un cancro del colon da 2 a 3 volte superiore. I soggetti con due (o più) familiari di primo grado con cancro colo-rettale diagnosticato a qualunque età, o con un familiare con cancro diagnosticato prima dei 50 anni, hanno un rischio relativo da 4 a 6 volte superiore di sviluppare una neoplasia.
Molte delle neoplasie colo-rettali, in oltre il 90% dei casi, si formano a partire da precedenti formazioni benigne dette “polipi adenomatosi” per l’aspetto peduncolato che essi presentano quando sono visualizzati con la colonscopia. La colonscopia è un esame endoscopico che serve per guardare dentro il lume intestinale, viene generalmente eseguita dai gastroenterologi o dai chirurghi in regime ambulatoriale. L’asportazione dei polipi previene la sequenza polipo ? cancro e quindi questa metodica oltre a rappresentare il miglior mezzo diagnostico è anche un utile strumento di prevenzione. Solo in circa il 5-10% dei casi i tumori del colon-retto insorgono senza essere preceduti da formazioni polipoidi (c.d. “carcinoma de novo”).
La sopravvivenza per queste malattie dipende dallo stadio a cui esse vengono diagnosticate, ovvero dall’estensione della malattia nella sede di insorgenza e dalla presenza di metastasi ai linfonodi o a distanza.