Il tumore colon-rettale rappresenta una delle principali cause di mortalità nella maggior parte dei paesi occidentali e la seconda neoplasia per incidenza tra gli uomini, preceduto dalla prostata; tra le donne è la seconda neoplasia, preceduto dalla mammella.
In Italia sono circa 53.000 i nuovi casi diagnosticati ogni anno.
Il Ministero della Salute, attraverso le Regioni, ha istituito il programma di screening oncologico per il tumore del colon retto: si basa sull’effettuazione di un semplice esame, il test per la ricerca del sangue occulto fecale, che permette di individuare lesioni precancerose o polipi che possono sanguinare in modo non visibile ad occhio nudo; effettuato ogni 2 anni, riduce la probabilità di ammalarsi di questa patologia.
Il programma di screening per il tumore del colonretto, come quello per il tumore della mammella e della cervice uterina, è un intervento di sanità pubblica considerato LEA (Livelli Essenziali di Assistenza) e consiste in un percorso organizzato per la prevenzione e la diagnosi precoce rivolto alla popolazione residente/domiciliata nella Regione Lazio a rischio generico per età. Obiettivo di un programma di screening organizzato è quello di ridurre la mortalità e/o l’incidenza per le suddette patologie.
Ogni persona tra i 50 ed i 74 anni riceve a casa, ogni due anni, una lettera di invito con la nota informativa che illustra il percorso di screening. Nel retro della lettera di invito è indicato il luogo ed il periodo per il ritiro del kit necessario per effettuare il test e le indicazioni per la riconsegna dello stesso; il test può essere effettuato comodamente a domicilio su un solo campione fecale. Dopo la riconsegna del test, a seconda del risultato, si avranno da parte delle ASL le indicazioni per le diverse modalità di percorsi preventivi:
Per coloro che risultano positivi al test, l’indagine diagnostica raccomandata è la colonscopia che permette di individuare e rimuovere eventuali lesioni riscontrate durante l’esame. Anche per i soggetti che hanno un Familiare di I° grado che ha contratto questa patologia viene raccomandata una colonscopia dopo una visita specialistica c/o i centri specializzati.
Le persone, nella fascia d’età 50-74 anni, a cui non fosse recapitata lettera d’invito, possono contattare la ASL di competenza e richiedere il kit per l’effettuazione del test; al di fuori di questo intervallo di età (50-74 anni) ed in presenza di sintomatologie è importante rivolgersi al proprio Medico di base.
Nel 2017 le campagne di screening hanno identificato 530 casi di carcinoma del colonretto e 4.230 casi di adenoma con il conseguente avvio di un percorso chirurgico ed assistenziale.
Tra i fattori che contribuiscono a determinare il rischio di neoplasia del colon vi sono:
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Fattori nutrizionali
Questa neoplasia è molto frequente nei paesi occidentali, con diete ad alto contenuto calorico e scarse di fibre vegetali. Un ruolo protettivo sembra essere svolto da una dieta ricca di fibre e da una adeguata attività fisica.
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Fattori genetici
Esistono casi rari di neoplasie del colon su base ereditaria come la poliposi familiare, trasmessa con carattere autosomico dominante (trasmesso di generazione in generazione). In circa il 5% dei casi si può avere la Sindrome da Cancro Colo-rettale Non Poliposica in cui si può ereditare uno o più geni correlati a questa malattia. In questo caso le neoplasie si verificano sotto i 50 anni e coinvolgono parenti di primo grado
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Fattori non ereditari
La presenza di malattie infiammatorie del colon come il Morbo di Crohn e la retto-colite ulcerosa predispongono a questa neoplasia. Sono anche a rischio aumentato i soggetti che hanno avuto un pregresso polipo del colon o un precedente tumore del colon. Si stima che il rischio di sviluppare un tumore del colon aumenti di 2 o 3 volte nei parenti di primo grado di una persona affetta da cancro o da polipi del grosso intestino.
Nella maggior parte dei casi la diagnosi di neoplasia del colon-retto è tardiva perché in molti casi vi sono pochi sintomi. Si dà scarsa importanza a sintomi vaghi quali le modificazioni delle abitudini di evacuazione, le perdite di sangue con le feci scambiate per emorroidi, l’anemia di non chiara origine, la stanchezza non altrimenti giustificata, il calo dell’appetito e la perdita di peso.
Sul sito della Regione Lazio www.salutelazio.it si potranno trovare tutte le informazioni ed i numeri verdi di ciascuna ASL del Lazio dedicati ai 3 programmi di screening: colon retto, mammella e cervice uterina.
Per ulteriori informazioni consulta il sito www.salutelazio.it
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